Je me souviens (newsletter di gennaio 2020)
Bentrovata, bentrovato.
Stando
alla memoria digitale (assai più affidabile della mia), l’ultima volta
che ti ho inviato una newsletter è stato il 22 dicembre 2016. Poi il
silenzio.
Cosa mi è capitato in questi tre anni?
Una cosa bella e importante: ho cominciato a scrivere.
A farlo seriamente, intendo. Ho lavorato sodo, studiato molto, letto
moltissimo, accumulato cartelle su cartelle, e ho esordito nell’aprile
2019 con il romanzo La proibizione (Laurana). Ho pubblicato qualche altro racconto su riviste e in una raccolta, Polittico (Caffèorchidea). Da qualche mese collaboro come docente con la Bottega di narrazione (Milano) e con Il Portolano (Treviso).
Far convivere tanto movimento con la mia attività di copywriter non è
stato semplice, e a qualcosa ho dovuto rinunciare: questa newsletter,
per esempio.
Ora che il mio cammino come narratrice ha intersecato stabilmente il mio
percorso professionale, mi sono decisa a riprendere le fila di un
discorso interrotto. Se ti va, mi vedrai ricomparire nella tua casella
di posta una volta al mese: ti parlerò di comunicazione pubblicitaria, scrittura e narrazione, segnalandoti articoli, riflessioni, opportunità formative, tecniche e trucchi.

Per questa ripartenza, mi limito a poche cose:
Scritto ad arte,
un corso della Bottega di narrazione che fa dialogare scrittura e arti
figurative. Può essere utile anche per chi non scrive – designer,
grafici, progettisti, fotografi, stilisti – perché stimola il pensiero
laterale e aiuta a fare lo sgambetto agli automatismi della visione.
Il mio sito con gli ultimi aggiornamenti: Docenze (un corso base di scrittura narrativa, a Treviso), Cose scritte, Articoli e recensioni.
Se ti piace come lavoro e hai bisogno di una mano per i tuoi testi, contattami qui.

Ah: ogni newsletter avrà il titolo di un libro
Rigorosamente non di marketing. Oggi è la volta di Je me souviens
di Georges Perec: attraverso un elenco di micro-ricordi, l’autore dà
forma a un racconto intimo e generazionale allo stesso tempo. Consiglio:
anziché chiedere ai tuoi clienti cosa desiderano (spesso non lo sanno,
oppure lo sanno ma mentono), chiedi loro cosa spontaneamente ricordano.
Ma puoi fare questo gioco anche con colleghi e dipendenti: della storia
dell’azienda – narrativa ufficiale a parte – cosa è rimasto aggrappato
alla vostra memoria?
Ci rileggiamo il mese prossimo!