Del mio prendere le distanze dallo storytelling tradizionalmente inteso (o malinteso) dico qui. Il mio uso della narrazione è strategico e si avvicina molto a quel che altri consulenti chiamerebbero (e che io non vorrei chiamare) storycoaching. Nella pratica, aiuto le aziende a definire un Narratore aziendale che incarni un posizionamento chiaro, unico e distintivo, e che diventi voce parlante, non semplice Tone of Voice, di tutta la comunicazione.
Il punto di arrivo di questa attività consulenziale prevede la definizione del Concetto Unico di Posizionamento e del set valoriale della marca, seguita dalla scrittura di visione, missione e manifesto. Il percorso – che dura dai tre ai sei mesi in media – varia in base alla situazione di partenza. Ci sono aziende che già si sono sottoposte a importanti lavori di autoanalisi: possiedono ricerche sul percepito di marca, la concorrenza, il contesto competitivo eccetera. Ma ci sono aziende che hanno poco o nulla, e la cui identità resta immateriale, custodita nel sapere e nella memoria di chi vi lavora all’interno ed espressa con una coerenza più o meno solida nei quotidiani atti di comunicazione. In questo caso occorrerà un più consistente lavoro di scavo, attraverso interviste, brainstorming, tavoli di lavoro, ma anche semplici e cordiali chiacchierate.
A oggi, ho fatto questo lavoro per Arper, Foscarini, FiloBlu, Fast e Pianca.
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