Tra multimedia, crossmedia e omnicanalità, oggi la suddivisione tra carta e web non ha più alcun senso. Tanto più che la maggior parte dei testi a uso company e catalogo finisce per essere traslata paro paro sul sito o attraverso il flusso dei social. Ma una qualche griglia occorre – la classificazione è la prima arma del controllo – e questa fra analogico e digitale mi sembra la più intuitiva e spiccia.
Per la carta, scrivo testi per company profile, cataloghi prodotto, brochure, documenti informativi, monografie, e ogni sorta di altra pubblicazione necessaria all’azienda. I cataloghi prodotto – se ben fatti – sono fra i testi in assoluto più complessi. Concisi e densi, richiedono – mi fùlminino qui i poeti – tanti ragionamenti quanti ne richiederebbe una lirica ben acconciata. Nessuna parola in più e nessuna parola in meno. Un lessico posizionante, ma mai esclusivo: la parola pubblicitaria è una parola che demarca, ma senza ostracizzare. Nessun fianco offerto al fraintendimento o alla manipolazione di chi legge: i testi prodotto sono testi tecnici, anche quando si sforzano di essere evocativi.
Le mie specializzazioni sono il design, la moda, l’alimentare. Ho scritto anche per l’IT e per il medicale. Mi troverei in difficoltà con auto e moto.
Quanto ai testi lunghi, i lavori più corposi sono due monografie – per Stonefly e Della Toffola Group – e la curatela di una raccolta di racconti dell’imprenditore Luciano Della Toffola (Il suono del maglio, Zanetti edizioni).
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