primi libri (04/10/2017)
Il primo-primo. “Le fiabe sonore”, di Fabbri Editori.
Avevo quattro anni. La radio dava “Comprami” di Viola Valentino. Io con mia madre, da Tito: a comprare questi fascicoletti illustrati benissimo, con il quarantacinque giri vecchio, rosso e nero, quasi sempre rigato. Se lo mangiava il mangiadischi: e il quarantacinque giri frusciava e poi faceva krrr e poi faceva piccoli salti. Io ascoltavo. Seguivo la pagina col dito. Ho imparato a leggere così. La sigla di apertura mi è rimasta – come si dice – nel cuore.
Il primo-letto-tutto-da-sola. “Pinocchio” di Collodi, non ricordo che edizione. Ricordo però che era bello voluminoso, un volumone, anche per via dei caratteri grandi, e che mi ero sentita molto grande anch’io a leggerlo tutto, molto responsabilizzata. Matura e brava. Avevo cinque anni.
Il primo-da-grandi. “La nascita di Roma” di Laura Orvieto, non ricordo che edizione. Un regalo di mio nonno, forse per Natale. Sei o sette anni, credo. Da lì è incominciata una smania per le narrazioni ambientate nell’Antica Roma – “Quo vadis”, “Ben Hur”, “Fabiola” – che è durata per un po’. Ogni tanto scrivevo biglietti firmandomi Rea Silvia.
Il primo-comperato-con-soldi-miei. “Storia sacra a fumetti”, della San Paolo edizioni. Comperato facendo cumulo di un po’ di paghette. A ridosso della Prima Comunione, mi sentivo in obbligo di prepararmi per bene e di metterci del mio. Tre volumi: “In principio: la storia di Israele da Abramo a Davide”. “Il popolo eletto: la storia di Israele da Davide a Malachia”. “Gesù e la Chiesa nascente: Nuovo Testamento”. Li ho distrutti, a forza di rileggerli. Mosè era disegnato benissimo.
Il primo-libro-amato-d’amore. “La storia infinita” di Michael Ende, della Longanesi. Non mangiavo, neppure dormivo, pur di finirlo. Me lo portavo ovunque, a scuola lo tenevo sulle ginocchia, sotto il banco. Intossicata. Ho avuto altre letture totalizzanti, poi, ma nessuna come questa. Delusissima dal film: e non poteva essere altrimenti.
La nascita di un libro: di Glen Milner per il “Daily Telegraph“.
E la storia di un libro: ricevuto, accantonato, leggiucchiato, letto avidamente, scordato, dimenticato, gettato. È di Studiocanoe.