Perché una storia si metta in moto a volte è sufficiente che una certa immagine compaia nella mente dello scrittore con un’insistenza ossessiva. Viceversa, a far inceppare la macchina narrativa basta una minima défaillance della capacità di escogitare personaggi e situazioni. Questo libro, pensato da una scrittrice e uno scrittore per altre scrittrici e altri scrittori, viene allora in soccorso a chi vuole potenziare la propria immaginazione cercando ispirazione nelle immagini prodotte dagli altri.
Le opere d’arte ‒ ma, allargando lo sguardo all’intero campo del visivo, anche l’architettura e il design, i fotogrammi e le pubblicità ‒ non sono oggetti da contemplare passivamente. Sono immagini che ci interpellano, che ci coinvolgono, alle quali reagiamo con tutti i nostri sensi e i nostri pensieri, che contribuiscono a espandere quel corredo sensoriale che è il bagaglio minimo di ogni scrittore. Il quale, a differenza del critico d’arte, ha il vantaggio di potervisi accostare in modo spregiudicato ed estemporaneo, non già per decifrarle e commentarle ma per ricavarne ciò che hanno da offrire alla causa della scrittura.
Forti della loro lunga pratica di insegnamento, Giulio Mozzi e Valentina Durante ci accolgono nella loro “bottega di narrazione” e ci guidano alla scoperta di come l’immaginario visuale possa diventare uno strumento eccezionalmente utile alla comprensione intuitiva di aspetti della narrazione quali il narratore, i dialoghi, la trama, lo stile, il montaggio. Del resto, se le opere d’arte sono fatte da persone che hanno dimostrato un certo talento nell’affrontare e risolvere dilemmi progettuali assai simili a quelli che affliggono chi è bloccato davanti al foglio bianco, imparare dai loro sguardi allenati è il migliore punto di partenza per costruire scene e intrecci più vividi e suggestivi, capaci di conquistare l’occhio interno del lettore.
Vedi sul sito di Johan & Levi (dove è disponibile un estratto).
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Colpito da un lutto improvviso e dolorosissimo, un uomo sceglie di cambiare drasticamente la sua vita e abbandona un prestigioso impiego da manager in una multinazionale per diventare codista: trascorre le mattine negli uffici pubblici, dove sbriga piccole incombenze per conto di altre persone mettendosi in coda al posto loro. La sua nuova quotidianità solitaria e ossessiva s’incrina il giorno in cui decide di esaminare meglio i pacchi che, ogni martedì, una cliente lo incarica di spedire. Perché gli sembra che abbiano a che fare con lui e con il suo passato? Un romanzo epistolare, una matrioska di storie che sostano sull’ambiguo crinale tra realtà e finzione ed esplorano l’amore nel suo complesso intrico di desiderio, rimorso e volontà di controllo.
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Leni, protagonista de La proibizione, è prigioniera di un misterioso potere – ereditato dalla madre, che è fuggita affidandola alle cure di zia Eleonora. L’educazione di Leni viene condotta da Eleonora all’insegna di una regola inflessibile: non devi amare, mai, non devi amare, nessuno. Nemmeno te stessa. Ma è possibile non amare mai, non amare nessuno? Nemmeno se stessi? Con questo suo primo romanzo Valentina Durante ci consegna una storia semplice e terribile, narrata con una scrittura limpida, ipnotica, allucinata. E si candida a un posto di tutto rispetto nel panorama della letteratura italiana del nostro tempo.
Giulio Mozzi
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